Ecobonus 2025: cosa cambia per i proprietari di casa

Nel 2025 arriva una proroga triennale per il tanto atteso ecobonus, ma con nuove percentuali di detrazione che potrebbero deludere molti proprietari. La manovra di bilancio ha confermato il rinnovo fino al 2027 per i bonus dedicati all’efficientamento energetico degli edifici, alle ristrutturazioni e agli arredi, ma con una riduzione delle agevolazioni fiscali.

Come funziona il nuovo ecobonus 2025?

Nel 2025, le detrazioni previste per chi esegue interventi di efficientamento energetico saranno del:

  • 50% per la prima casa
  • 36% per la seconda casa

A partire dal 2026, tuttavia, le percentuali scenderanno progressivamente:

  • 36% per la prima casa
  • 30% per la seconda casa

Questa modifica segna la fine dell’ecobonus al 65%, che rimarrà valido solo fino alla fine del 2024.

Quali bonus restano attivi nel 2025?

Nel 2025, i proprietari di immobili potranno ancora beneficiare di tre incentivi principali:

  1. Bonus ristrutturazioni – per i lavori di ammodernamento e manutenzione.
  2. Bonus mobili – per acquistare arredamenti dopo una ristrutturazione.
  3. Ecobonus – per interventi di efficientamento energetico.

Queste agevolazioni rappresentano una valida opportunità per i proprietari di casa, anche se con percentuali ridotte rispetto agli anni precedenti. Chi intende usufruire del 65% di detrazione può ancora farlo entro la fine del 2024, approfittando delle agevolazioni attuali prima che scadano.

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Come accedere facilmente ai bonus fiscali per la casa grazie a BonusX

Ogni anno, migliaia di persone perdono l’opportunità di risparmiare grazie ai bonus fiscali e alle agevolazioni a cui avrebbero diritto. Questo accade spesso a causa della complessità burocratica o della mancanza di informazioni. Per risolvere questi problemi nasce BonusX, una piattaforma online che semplifica e velocizza l’accesso ai bonus fiscali, consentendo una gestione pratica e personalizzata delle richieste.

La nascita di BonusX e la sua missione

Lanciata nel 2020, BonusX ha l’obiettivo di rendere le agevolazioni e i servizi pubblici più accessibili, migliorando il benessere dei cittadini. I fondatori, Fabrizio Pinci e Giovanni Pizza, hanno ideato la piattaforma per contrastare il fenomeno del “non-take-up” — la mancata fruizione di agevolazioni per difficoltà pratiche e informazioni insufficienti. Dal suo debutto nel 2022, BonusX ha già aiutato oltre 500.000 utenti a ottenere più di 60 milioni di euro in bonus.

Bonus e agevolazioni per la casa: cosa offre BonusX

Per chi è interessato al settore immobiliare, BonusX rappresenta un valido strumento per accedere rapidamente alle agevolazioni fiscali relative alla casa. Attraverso la piattaforma, gli utenti possono richiedere supporto per diversi bonus legati alla casa, come:

  • Bonus ristrutturazioni: per interventi di manutenzione e ristrutturazione.
  • Bonus verde: per migliorare le aree esterne.
  • Bonus caldaia e condizionatori: per l’efficienza energetica dell’immobile.
  • Bonus mobili: per l’acquisto di arredi dopo una ristrutturazione.
  • Bonus bollette: per ridurre i costi delle utenze (luce, acqua, gas).

Oltre ai bonus, BonusX offre anche servizi complementari, come le visure catastali e il supporto nella registrazione dei contratti di locazione. Tutti questi strumenti permettono agli utenti di risparmiare, facilitando la gestione delle pratiche immobiliari in pochi clic.

Come funziona BonusX

La piattaforma BonusX è progettata per essere semplice e intuitiva. Gli utenti possono creare un profilo personale in pochi minuti, inserendo i propri dati attraverso un’interfaccia user-friendly. Grazie a un algoritmo avanzato, BonusX analizza il profilo e segnala automaticamente i bonus a cui l’utente ha diritto. La gestione delle pratiche è completamente digitale: è possibile caricare documenti, firmarli, e ricevere supporto da operatori esperti tramite una chat dedicata. Inoltre, BonusX crea un archivio digitale per ogni utente, facilitando future richieste e notificando quando si diventa idonei per nuovi bonus.

Per chi è pensata BonusX?

BonusX è adatta a chiunque voglia accedere facilmente ai benefici fiscali senza perdersi nella burocrazia. La piattaforma è ideale per chi ha difficoltà a trovare informazioni chiare o per chi, pur avendone diritto, non riesce a sfruttare i bonus a causa di un’agenda piena. Spesso, anche famiglie a medio-alto reddito ignorano di poter usufruire di queste agevolazioni, convinte erroneamente che siano riservate solo a chi è in difficoltà economica. BonusX semplifica il processo per tutti, rendendo più accessibili le agevolazioni che spettano di diritto.

BonusX e il supporto dei professionisti del settore

Per garantire un servizio completo, BonusX collabora con una rete di professionisti — tra cui commercialisti, consulenti fiscali e legali — che forniscono supporto nella gestione delle pratiche, dall’invio delle domande fino alla firma e all’archiviazione dei documenti. Ogni partner è selezionato con attenzione per garantire la massima affidabilità e competenza.

Il ruolo della tecnologia e dell’IA nel semplificare la burocrazia

BonusX sfrutta l’intelligenza artificiale per rendere i processi burocratici più efficienti e accessibili. Con l’automazione dei moduli e chatbot che forniscono assistenza immediata, BonusX permette agli utenti di risparmiare tempo e stress. La tecnologia contribuisce inoltre a ridurre i costi e garantire una maggiore trasparenza, migliorando l’esperienza per tutti i cittadini.

Conclusione: BonusX come alleato per il risparmio sulla casa

Se vuoi semplificare la gestione delle agevolazioni legate alla tua casa, BonusX può diventare il tuo alleato. Dalle ristrutturazioni all’efficienza energetica, fino ai risparmi sulle bollette, la piattaforma ti guida passo passo nel mondo dei bonus, aiutandoti a sfruttare al massimo le opportunità di risparmio a tua disposizione.

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Le Prospettive di Politica Monetaria della BCE dopo il Taglio dei Tassi di Ottobre 2024

A ottobre 2024, la Banca Centrale Europea ha effettuato un nuovo taglio dei tassi d’interesse, riducendo il tasso sui depositi al 3,25%. Questo passo ha alimentato il dibattito sulle prossime mosse della BCE e sull’impatto di una politica monetaria più accomodante sul settore immobiliare.

Le Previsioni degli Analisti

Un recente sondaggio della BCE, condotto su 49 analisti del settore privato, suggerisce una serie di nuovi tagli del costo del denaro nei prossimi mesi. Entro dicembre 2024, gli esperti prevedono un ulteriore taglio di 25 punti base, che porterebbe il tasso sui depositi al 3%. I successivi aggiustamenti sarebbero concentrati all’inizio del 2025, con ulteriori riduzioni previste a gennaio e marzo. Dopo una possibile stabilità ad aprile, la BCE potrebbe optare per un taglio finale a giugno, seguito da una pausa prolungata fino alla fine del 2025, con tassi che potrebbero stabilizzarsi al 2,25%.

Il Quadro per il 2026 e Oltre

Guardando al 2026, il sondaggio prevede una fase di aggiustamenti minimi, con tassi che potrebbero scendere marginalmente al 2% e restare stabili per tutto l’anno. Una possibile ripresa al 2,25% potrebbe verificarsi nel 2027, segnando un ritorno a un tasso d’interesse leggermente più elevato.

L’Inflazione in Calo e il Contesto Economico

Le decisioni della BCE riflettono il rapido processo di disinflazione nell’Eurozona: a settembre, i dati Eurostat indicavano una crescita dei prezzi al consumo rallentata all’1,7%. Contestualmente, alcuni segnali di indebolimento economico, in particolare per le attività imprenditoriali, hanno contribuito a giustificare la politica più espansiva della BCE.

La Decisione di Ottobre 2024

Il 17 ottobre 2024, la BCE ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso principale al 3,25% e continuando la sua strategia di allentamento. La decisione è basata su una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione e della trasmissione della politica monetaria, con l’obiettivo di sostenere un processo di disinflazione già in corso.onomici per farci un’idea più chiara. Al momento però è corretto e necessario essere prudenti. Non si può dare per scontato che già in giugno inizi la discesa. Visto il profilo prudente del Consiglio Direttivo, sembra chiaro che per la fine dell’anno non ci sarà una discesa forte dei tassi”.

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Mercato Immobiliare Italiano: Vendite Lampo in Calo nel 2024

Il settore immobiliare in Italia mostra segnali di rallentamento nelle vendite rapide.

La maggior parte degli immobili (41%) trova un nuovo proprietario entro 90 giorni e un anno dalla pubblicazione, mentre il 30% viene venduto entro uno e tre mesi, e solo l’11% entro un mese. Infine, il 13% delle transazioni richiede oltre 12 mesi per concludersi.

Questo trend evidenzia una moderata decelerazione del mercato rispetto agli anni precedenti, ma sottolinea anche la stabilità per chi decide di investire a lungo termine.

Tendenze di Vendita Rapida nei Capoluoghi Italiani: Brescia e Bologna in Testa

Nel panorama immobiliare italiano, alcuni capoluoghi si distinguono per la velocità delle vendite “express” – concluse in meno di una settimana. Brescia e Bologna guidano questa classifica con rispettivamente il 17% e il 16% degli immobili venduti rapidamente. A seguire, troviamo Milano con il 13%, mentre Verona, Palermo e Roma raggiungono il 12%.

In totale, ben 32 capoluoghi superano la media nazionale del 5% di vendite rapide. Tra questi spiccano città come Firenze e Napoli, con il 10%, seguite da Genova (9%), Torino (8%) e Venezia (7%). Salerno, Pesaro, Macerata, Trapani, Como, Campobasso, Latina, Ancona, Vicenza, Siena e Messina si mantengono in linea con la media nazionale, registrando un 5% di vendite concluse in meno di una settimana.

D’altro canto, 45 capoluoghi si posizionano al di sotto di questa soglia, e in sei città (Massa, Frosinone, Oristano, Rieti, Foggia e Isernia) non è stata rilevata alcuna vendita “express” nel terzo trimestre del 2024.

Nel 2024, il 60% dei capoluoghi italiani monitorati ha registrato un calo delle vendite immobiliari rapide – concluse in meno di una settimana – rispetto all’anno scorso. I cali più significativi si osservano a Trieste (-26%), Isernia (-24%) e Fermo (-21%), evidenziando una decelerazione particolarmente marcata in queste città.

Anche le grandi città non sono state immuni al rallentamento. Le metropoli come Palermo (-8%), Firenze (-5%), Milano e Roma (entrambe -4%) hanno visto un calo nelle vendite express, con l’unica eccezione di Torino, che ha mantenuto la stessa percentuale rispetto all’anno precedente.

Al contrario, alcune città hanno mostrato un’eccezione positiva a questa tendenza. In testa troviamo Brescia, con un incremento del 14% nelle vendite lampo, indicando una vivacità in controtendenza nel suo mercato immobiliare.

Nel panorama delle vendite immobiliari “express” – concluse in meno di una settimana – le province del Triveneto si distinguono per velocità. Trieste (15%), Venezia (11%) e Padova (10%) guidano la classifica, confermandosi tra le aree più dinamiche d’Italia. Le province di Milano e Roma, con un 5% di vendite rapide, si posizionano invece in linea con la media nazionale.

Delle 106 province analizzate, 63 hanno registrato una diminuzione nelle vendite lampo rispetto all’anno precedente, con Parma (-19%), Roma (-18%) e Firenze (-15%) che mostrano le flessioni più evidenti. Tuttavia, alcune province segnano un’inversione di tendenza: Pordenone (7%), Rieti (6%) e Varese (5%) emergono come esempi di crescita nelle transazioni rapide.

Tempi di Vendita degli Immobili: Analisi dei Tempi Medi e delle Eccezioni Regionali

In Italia, il 41% degli immobili viene venduto entro un periodo che va dai 3 ai 12 mesi. Tra i capoluoghi con la più alta percentuale di vendite in questo intervallo troviamo Rieti (86%), Oristano (84%) e Massa (78%), mentre Milano si distingue per la percentuale più bassa, con solo il 5% degli immobili venduti in questo arco temporale.

Nel segmento delle vendite concluse tra una settimana e un mese, Imperia (35%), Nuoro (32%) e Milano (27%) sono in testa, dimostrando una certa velocità nelle transazioni.

Per le vendite che avvengono tra 30 e 60 giorni, i capoluoghi con le percentuali più elevate sono Genova (64%), Roma (63%) e Brescia (58%). Milano e Napoli si mantengono in linea, rispettivamente con il 52% e il 55%.

Infine, per le vendite che richiedono oltre un anno, le province di Vercelli (36%), Agrigento (30%) e Mantova (29%) registrano le percentuali più alte, mentre capoluoghi come Milano, Bologna e Napoli si attestano tra le più basse, con un tempo di vendita prolungato solo per il 2-3% degli immobili.

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I tassi Bce restano fermi, quanto costano oggi le rate del mutuo

Restano fermi i tre tassi di riferimento Bce, come ampiamente ci si aspettava. La riunione dell’11 aprile 2024 del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso che “I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%”. Quanto costano oggi i mutui secondo le simulazioni di idealista/mutui.

Ecco perché la Bce non taglia i tassi

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, – si legge nella nota dell’istituto guidato da Christine Lagarde. –  Le nuove informazioni hanno sostanzialmente confermato la sua precedente valutazione circa le prospettive di inflazione a medio termine. L’inflazione ha continuato a ridursi, soprattutto per effetto dell’andamento più contenuto degli alimentari e dei beni. Le misure dell’inflazione di fondo stanno perlopiù diminuendo, la crescita dei salari registra una graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell’incremento del costo del lavoro con i loro profitti.

Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i precedenti rialzi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione.

Tuttavia le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi”.

Inflazione: come influirà sul taglio dei tassi

Il Consiglio direttivo della Bce mantiene come obbiettivo il ritorno dell’inflazione al livello del del 2% a medio termine, e al momento, come si legge nella nota diffusa, i tassi di interesse di riferimento si ritiene si collochino su livelli che “forniscono un contributo sostanziale al processo di disinflazione in atto”.

I tassi restano quindi invariati, e resteranno “sufficientemente restrittivi finché necessario.

Se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo, sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria”. Quella che manca è l’informazione che tutti si chiedono: quando si ridurrà la pressione sulla restrizione della politica monetaria? L’approccio di Lagarde in questo senso resta “data driven”; le decisioni verranno definite di volta in volta a ogni riunione, “senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione”.

Inflazione e crescita, le stime della Bce

Tenendo d’occhio i dati di inflazione e crescita, sui quali il Consiglio Direttivo si baserà per prendere anche le prossime decisioni di politica monetaria, occorre considerare che, secondo le proiezioni Bce, l’inflazione dovrebbe diminuire nei prossimi anni, ma più lentamente rispetto al 2023. Con il venir meno delle pressioni dal lato dei costi e per effetto della politica monetaria della BCE, l’inflazione complessiva si dovrebbe ridurre dal 5,4% del 2023 al 2,3% nel 2024 e al 2,0% nel 2025raggiungendo l’1,9% nel 2026. La crescita economica rimarrà invece debole nel breve termine a seguito di condizioni di finanziamento restrittive e di un clima di limitata fiducia. Con il calo dell’inflazione, la ripresa dei redditi delle famiglie e il rafforzamento della domanda esterna, il PIL in termini reali dovrebbe aumentare dello 0,6% nel 2024, dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026.

Tassi di interesse, quando scenderanno? Il parere di idealista

Anche questa volta l’approccio della Bce è stato rivolto a cogliere i segnali del mercato, senza dare indicazioni certe sul momento in cui i tassi scenderanno. Qualche indizio però lo abbiamo: da un lato Lagarde, dopo la scorsa riunione del Consiglio Direttivo, aveva accennato alla possibilità di iniziare non prima di giugno il taglio dei tassi. Dall’altro, l’analisi dei futures mostra l’Euribor a 3 mesi intorno all’area del 3% entro la fine dell’anno, e verso quota 2,65% dopo la primavera del 2025. Movimento che anticipa quello che potrebbe essere il livello dei tassi per allora.

“In giugno avremo più visibilità della situazione, – commenta Fabio Femiani, responsabile mutui di idealista per l’Italia. – Attendiamo i movimenti dell’inflazione e degli indici macroeconomici per farci un’idea più chiara. Al momento però è corretto e necessario essere prudenti. Non si può dare per scontato che già in giugno inizi la discesa. Visto il profilo prudente del Consiglio Direttivo, sembra chiaro che per la fine dell’anno non ci sarà una discesa forte dei tassi”.

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Documenti necessari per chiedere un mutuo

Chiedere un mutuo è un passo importante nella vita di molti, e la prima domanda che sorge spontanea è: quali documenti servono? Questa è una questione cruciale, poiché la raccolta della documentazione corretta è essenziale per facilitare il processo di approvazione del finanziamento. In questo articolo, forniremo una panoramica esaustiva dei documenti richiesti per richiedere un mutuo presso l’Agenzia Immobiliare Unicasa.

Documenti Anagrafici

Iniziamo con i documenti anagrafici, che costituiscono la base per la richiesta di un mutuo. È necessario presentare i seguenti documenti:

  • Carta d’identità, codice fiscale o altri documenti di identificazione validi.
  • Certificato di residenza e stato famiglia.
  • Permesso di soggiorno per i cittadini extracomunitari.

Se il richiedente è coniugato o ha una partnership civile, potrebbe essere richiesto di presentare documenti aggiuntivi come l’estratto di matrimonio. Allo stesso modo, per coloro che sono separati o divorziati, sarà necessario fornire l’omologa documentazione legale.

Documenti Reddituali

Oltre alla documentazione anagrafica, è fondamentale dimostrare la propria situazione finanziaria. Per i lavoratori dipendenti, ciò può includere:

  • Una copia del contratto di lavoro o una dichiarazione del datore di lavoro riguardante l’anzianità di servizio.
  • Cedolini degli stipendi degli ultimi mesi.
  • Documenti fiscali come il modello CU, il modello 730 o Unico.
  • Ricevute di pagamento di imposte e contributi.
  • Estratto conto bancario degli ultimi mesi.

Per i lavoratori autonomi, i documenti richiesti potrebbero comprendere:

  • Dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni.
  • Ricevute di pagamento di imposte e contributi.
  • Documenti che confermano l’iscrizione alla Camera di Commercio o all’albo professionale.

Anche i pensionati possono richiedere un mutuo, e per loro la documentazione richiesta è simile a quella dei lavoratori dipendenti, con l’aggiunta del cedolino della pensione.

Preparare in anticipo tutta la documentazione necessaria è fondamentale per accelerare il processo di approvazione del mutuo. Ricordate che il team dell’Agenzia Immobiliare Unicasa è sempre disponibile per fornire assistenza e chiarimenti su quali documenti sono necessari per la vostra specifica situazione.

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Mutui Prima Casa: Le Migliori Offerte del 2024

Se stai pensando di acquistare la tua prima casa e stai cercando le migliori offerte di mutui disponibili, potresti essere interessato alle ultime novità introdotte dalla legge di Bilancio 2024. Questa legge ha confermato il fondo di Garanzia fino all’80% del capitale per i mutui prima casa sottoscritti dai giovani con meno di 36 anni, ma non è finita qui.

Fondo di Garanzia Prima Casa per Famiglie Numerose

Un emendamento alla legge ha aggiunto una nuova categoria con priorità di accesso al fondo Consap: le famiglie numerose. Questa misura è stata pensata appositamente per famiglie con tre o più figli di età inferiore ai 21 anni e un Isee inferiore a determinati limiti. Il tetto massimo della garanzia può arrivare fino al 90% della quota capitale del mutuo sottoscritto, a seconda del numero di figli e del valore dell’Isee.

A Chi è Rivolto il Fondo di Garanzia Prima Casa?

Il Fondo di Garanzia Consap per i mutui agevolati nel 2024 è rivolto principalmente a diverse categorie di persone, tra cui:

  • Famiglie Numerose: con tre o più figli di età inferiore ai 21 anni e Isee sotto determinati limiti.
  • Giovani Under 36: che desiderano acquistare la loro prima casa.
  • Famiglie Monogenitoriali: con un solo genitore e figli a carico.
  • Conduttori di Alloggi Popolari: che desiderano diventare proprietari della loro abitazione.

Tuttavia, ci sono alcune condizioni da rispettare per poter accedere al fondo di garanzia, tra cui:

  • Non essere proprietari di altri immobili residenziali in Italia o all’estero.
  • Il valore dell’immobile da acquistare non deve superare i 250.000 euro.
  • L’immobile deve essere destinato a essere la tua prima casa.
  • L’immobile non deve essere classificato come casa di lusso secondo le categorie catastali (A1, A8, A9).

In conclusione, se rientri in una di queste categorie e rispetti le condizioni previste, potresti beneficiare del fondo di Garanzia per ottenere un mutuo agevolato per la tua prima casa. Assicurati di verificare i dettagli con la tua banca o un consulente finanziario per trovare l’offerta migliore che soddisfi le tue esigenze.

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Mutui casa, come cambiano i tassi e le preferenze degli italiani

Con la pubblicazione della sua Bussola trimestrale sui mutui casa, CRIF ha confermato l’evoluzione degli indici di riferimento e il mutamento delle preferenze degli italiani alle prese con il finanziamento abitativo.

In particolare, afferma la Bussola, il tasso fisso – dopo aver assorbito negli ultimi 12 mesi oltre il 90% delle preferenze delle famiglie italiane alla ricerca di un mutuo – stia diminuendo gradualmente il suo peso tanto da non superare i tre quarti delle scelte nel corso del secondo trimestre 2022.

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